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SFIDE & SOLUZIONI

ALGHE

Nella laguna di Orbetello le alghe che più rappresentano lo stato attuale delle cose sono ai tempi del commissariamento si raccoglievano 10.000 tonnellate a carico d’acqua che di fatto consistevano in 6.000 tonnellate asciutte, negli ultimi anni nella gestione della Regione Toscana in accordo di programma con il comune di Orbetello si è raggiunto il tetto massimo di 900 tonnellate che equivalgono con lo stesso metro di misura a circa 540 tonnellate asciutte. Il tetto stabilito nel tempo dagli esperti per rendere più sicura la laguna potrebbe essere di circa 20.000 tonnellate annue. Tra le alghe principali che nascono e crescono in ordine di importanza nella laguna possiamo citare la Valonia  conosciuta come “palla di alga” della famiglia delle Valionacee e la Chetamorpha una microalga verde che ha una crescita rapita e che assorbe molto atzoto. La raccolta avviene on agli sgrigliatori posizionati in località peschiera di Ansedonia oppure dai raccogli alghe di cui parleremo in seguito. La sfida sta nel trovare una soluzione per farle diventare una risorsa oppure debellarle per influire sul possibile processo anossico che ogni anno mette a rischio l’ittiofauna ed alla collettività in modo diretto o indiretto.

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FLOTTA

Tra le sfide senza ombra di dubbio come elemento secondo noi primario, è quello di cambiare la flotta navale oggi costituita da numero tre barche di stazza lorda 18 tonnellate di cui tre di proprietà del Comune di Orbetello(trasferite dalla Regione Toscana)  ed una della Orbetello Pesca Lagunare. Queste imbarcazioni ritenute obsolete navigano ormai da circa 34 anni e nascono su modello Veneziano esclusivamente per la raccolta alghe, modificate in seguito per le varie necessità o obbiettivi. Oggi fino a quando gli scafi reggeranno e purtroppo ormai sembrano arrivate allo stremo, presentano difficoltà nel reperire  ricambi rallentando la manutenzione e le riparazioni.  Questo rende le stesse sempre meno utili all’obbiettivo. Una flotta navale di almeno 6 unità anche se ottimale sarebbe metterne a disposizione  10, più leggere,  alimentate non a carburante ma a batteria, con una propulsione che non agisce in profondità (eliche), costruite in specifico per la necessità che sia o risospensione o raccolta o se ritenuto necessario per entrambi, nella gestione potrebbe essere considerata una svolta. Le attuali imbarcazioni costruite nel periodo commissariale oggi non possono più essere considerate utili al raggiungimento dell’obbiettivo.

IDROVORE

Immettere acqua dal mare per alzare il livello rinfrescare e apportare ossigeno ormai è divenuta una necessità primaria ma appare chiaro che la gestione delle idrovore deve essere valutata e sicuramente migliorata nelle performance. Ad oggi le macchine utilizzate per il ricambio forzato delle acque sono 7 nella peschiera di Nassa, 6 nella Peschiera di Fibbia che immettono ciascuna 900 litri di acqua al secondo e 4 nella Peschiera di Ansedonia non installate negli ultimi anni e quindi non utilizzate essendo considerata ancora la stessa Peschiera di scarico del flusso d’acqua che arriva spinto da Ponente. Occorre ricordare che 10 di queste sono di recente installazione (2017) mentre le altre risalgono a qualche anno indietro (2013). Più volte era stato proposto di valutare la spinta dell’acqua e l’inclinazione delle eliche per provare a dare maggiore spinta o comunque valutare l’estensione della portata dell’acqua. Il commissario De Vincenzo sotto la sua gestione aveva fatto installare degli acceleratori di flusso in seguito rimossi (ponte diga – località sassi isolotto) che avrebbero dato una maggiore spinta nei punti ritenuti focali per l’immissione nei canali) oggi tutto il sistema di pompaggio, considerato che gli alloggi delle stesse che comunque sono immersi nell’acqua non sono mai stati attenzionati  necessitano di interventi importanti di manutenzione per rendere l’effetto delle pompe più efficace e risolutivo.

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SPECIE ALIENE

Il fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus) è un elegante uccello acquatico dal caratteristico piumaggio rosa, dovuto ai pigmenti contenuti nei crostacei di cui si nutre. Ha lunghe zampe sottili e un becco ricurvo adattato per filtrare cibo dall’acqua. Vive in lagune, saline e zone umide costiere, spesso in grandi colonie. Durante il volo, stende il collo e le zampe, creando un’immagine slanciata e armoniosa. Il suo comportamento sociale è affascinante, con spettacolari danze di gruppo durante la stagione degli amori, che può iniziare già dai mesi di gennaio e febbraio. Depone un solo uovo in un nido di fango costruito su terreni fangosi. Nella laguna di Orbetello al momento si è riprodotto una sola volta nel 1994, dando vita ai primi giovani 26 fenicotteri dell’Italia continentale (In Sardegna si erano riprodotti l’anno precedente). Il 2025 è stato al momento l’anno di maggiore presenza con circa 6500 individui, provenienti dalle colonie francesi, spagnole, italiane ed un individuo dalla Turchia.

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